martedì 30 agosto 2016

TERREMOTI E RUMORE MEDIATICO. R. SAVIANO, Il terremoto e l'informazione: il coraggio del rigore, LA REPUBBLICA, 30 agosto 2016

ORA che abbiamo capito che sul web, insieme alla stragrande maggioranza di normalissimi navigatori, ci sono anche "hater" e "webeti", odiatori e creduloni, possiamo iniziare a fare il nostro lavoro. Possiamo recuperare una regola aurea, poco cinica, quindi se volete poco in linea con i tempi, ma che io credo debba essere il nostro punto di partenza e il nostro fine: avere rispetto per il lettore, per il telespettatore, per il cittadino. E ora che abbiamo tutti riscoperto la correttezza sui social, quella netiquette che sembrava ormai naufragata e irrecuperabile, cerchiamo anche di applicarla dove veramente serve e dove può fare la differenza: la televisione, la carta stampata, i siti di informazione e il nostro modo di conoscere e interpretare il mondo.

domenica 28 agosto 2016

TERREMOTI E REAZIONI SOCIO-EMOTIVE. S. MAFFETTONE, Emotività e senso civico/Un Paese solidale solo nelle tragedie, IL MESSAGGERO, 28 agosto 2016

Ne “Il Marziano a Roma”, un famoso racconto di Ennio Flaiano del 1954, Kunt è un alieno che sbarca da un’astronave a villa Borghese nel bel centro di Roma. Che Italia troverebbe oggi un suo discendente che fuoriuscisse da un veicolo spaziale nello stesso luogo? Che penserebbe di noi e del carattere nazionale? Senza dubbio alcuno riterrebbe che gli italiani sono un popolo generoso e altruista.

TERREMOTI E PREVENZIONE CON LO SMARTPHONE? L. CASTAGNERI, Gli smartphone potranno prevedere i terremoti?, LA STAMPA, 28 agosto 2016

Da un paio di giorni c’è una nuova applicazione in vetta alla classifica delle più scaricate nell’App store. Si chiama Terremoto, l’ha creata lo sviluppatore Nico Tranquilli e riporta quasi in tempo reale i dati su scosse e magnitudo registrati dai sismografi dell’Ingv, l’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Ogni volta che vengono inserite nuove informazioni, una notifica illumina lo schermo dello smartphone. La app può essere molto utile per lavori di ricerca sul sisma, specie in queste ore. Mostra bene l’evoluzione dello sciame sismico. Ma il fatto che abbia conquistato e mantenuto il vertice dei download dimostra anche quanto sia stato grande l’effetto suscitato dal terremoto nel Centro Italia, tanto da avere un impatto anche sui nostri telefoni, così presenti nella vita quotidiana che qualcuno li vorrebbe addirittura utilizzare per prevederli, i terremoti. 

TERREMOTI PREVENZIONE RICOSTRUZIONE. IL CASO ABRUZZO. M. CORBI, Centro deserto, new town in rovina. Sei anni dopo il terremoto L’Aquila è una città fantasma, LA STAMPA, 5 aprile 2015

Sei anni fa. Dalle 3:32 del 6 aprile la vita a l’Aquila è rimasta sospesa tra il dolore del lutto (309 morti e 1500 feriti) e l’incertezza del futuro, senza più il calore dei luoghi conosciuti, delle mura della propria casa, dei percorsi quotidiani. 60mila sfollati e 10 miliardi di danni. Il cuore della città ferito a morte, solo una cinquantina di persone che sono tornate ad abitarlo. Una manciata di fortunati che hanno visto le loro abitazioni in palazzi rinascimentali e medievali risorgere dalle macerie grazie alla Sovrintendenza. Una ricostruzione partita in ritardo di anni - fondi bloccati, burocrazia lumaca - che ha privilegiato le periferie, poche strade del centro, quelle intorno a corso Vittorio Emanuele II, la via dello «struscio», creando così un confine di diseguaglianza e di scontento. 

sabato 27 agosto 2016

TERREMOTO E PREVENZIONE. DEL PORTO, TONACCI, Terremoto, l'accusa del procuratore: "Palazzi con più sabbia che cemento", LA REPUBBLICA, 27 agosto 2016

AMATRICE - Una scuola elementare appena ristrutturata che si sbriciola, i pilastri portanti incrinati. Un campanile restaurato tre volte che diventa la tomba di un bambino di pochi mesi. Case che crollano sotto il peso di soffitti in cemento armato poggiati sopra fragili mura di sassi. Palazzine dai tramezzi con più sabbia che malta. "No, quanto accaduto non può essere considerato solo frutto della fatalità", dice il procuratore capo di Rieti Giuseppe Saieva. L'uomo che, in queste ore, deve trovare la risposta più difficile: c'è una responsabilità "altra" per la strage dei 281 morti causata dal terremoto? "L'esperienza e la logica ci dicono che, ad Amatrice, le faglie hanno fatto tragicamente il loro lavoro. E questo si chiama destino. Ma se gli edifici fossero stati costruiti come in Giappone, non sarebbero crollati".

venerdì 26 agosto 2016

TERREMOTI E TECNICHE PER LA PREVENZIONE. C. BRESSANI, Le misure antisismiche che l’Italia progetta ma esporta e non usa, LA STAMPA, 26 agosto 2016

Si chiama «seismic retrofit», ovvero adeguamento sismico: un complesso di tecniche per intervenire sui vecchi edifici esistenti e renderli più sicuri contro i terremoti. Un campo in cui gli ingegneri italiani sono all’avanguardia a livello mondiale. Eppure poi solo in rarissimi casi queste misure sono applicate nel nostro Paese. «È certamente un problema di risorse - dice il professor Paolo Bazzurro, docente di tecnica delle costruzioni allo Iuss di Pavia, uno dei massimi esperti italiani - ma anche di volontà politica, ovvero di scelte su come spendere i soldi. Purtroppo scontiamo decenni di scarse azioni. Spesso anche le comunità locali fanno resistenza, temono effetti negativi sul turismo».

TERREMOTI E PREVENZIONE. R. GIOVANNINI, Così si difende dai terremoti il Giappone: esercitazioni e case costruite sulle molle, LA STAMPA, 26 agosto 2016

Il Giappone, uno dei Paesi più esposti al rischio sismico, è davvero un esempio da seguire. Grazie a un mix di misure di prevenzione e di contenimento dei danni, riesce a limitare in modo notevole perdite umane e distruzioni. Anche in occasione di terremoti gravissimi, come quelli di Kobe del 1995 o quello del Tohoku del 2011.